Cartolina da: Klagenfurt am Wörthersee (di Maria Chiara Audino)
gennaio 2015
Com’è cominciata io non saprei
la storia infinita con te,
che sei diventata la mia lei
di tutta una vita per me!
No no no, non equivocate … non c’è nessuna mamma, nessuna moglie, nessuna amante in questa storia.
Quella che leggerete è la storia di un grande amore, sbocciato così, quasi per caso, quando ero ancora una pischella. Per capire tutto, dobbiamo fare un salto indietro negli anni, ai tempi del liceo. Ero in secondo superiore, frequentavo il liceo linguistico del mio paese, e l’anno successivo, oltre allo studio di inglese e francese, mi aspettava lo studio di una nuova lingua. “Lo spagnolo, lo spagnolo…” pensavo con tutta me stessa. “Il tedesco proprio no!” E invece… tedesco fu! Fui catapultata in questo mondo così sottosopra, apparentemente pieno di stranezze… Ma più i giorni passavano, più la mia insegnante riusciva a trasmettermi il suo amore per questa lingua, che all’inizio mi sembrava così fredda e dura. Lezione dopo lezione i suoni diventavano più dolci, le frasi si legavano in una maniera così armoniosa che non mi sembrava vero.
Dopo il diploma la fatidica domanda: e ora, in quale università mi iscrivo?? Palermo? Sì, vicino a casa, ma che casino in quella città e soprattutto in quella facoltà!! Tutti i miei amici iscritti lì non me ne parlavano per nulla bene: corsi sovraffollati, prof che neanche ti considerano, colleghi a volte scontrosi e poco disponibili… Ok, fuori uno. E adesso? Una mia amica mi ha detto che a Ragusa c’è la facoltà di Lingue dell’Università di Catania… Ma sì, proviamo! Mai scelta fu più azzeccata: di tedesco eravamo una piccola classe, trenta ragazzi, o meglio fratelli. Condividevamo tutto, ci aiutavamo in ogni piccola necessità e ci divertivamo un sacco durante le lezioni. Cene e feste tutti insieme erano ormai immancabili e siamo anche arrivati al punto di invitare i nostri prof, chi l’avrebbe mai detto!
I tre anni della laurea triennale sono volati e la scelta di continuare a studiare a Ragusa è arrivata del tutto spontaneamente. Altri due anni sono trascorsi tra lezioni, seminari, power point, esercizi, analisi, comprensioni del testo, ricerche, e chi più ne ha più ne metta! Due anni di “studio matto e disperatissimo”, volendo citare un caro amico :-), ma che mi hanno formata tantissimo, permettendomi di raggiungere traguardi quasi inaspettati. Oltre allo studio mi sono anche dedicata ai miei colleghi del corso triennale, ricoprendo la figura di tutor e svolgendo con loro lezioni di recupero e rafforzamento linguistico.
È stato il primo vero impatto col mondo dell’insegnamento e forse la spinta decisiva per iniziare ad incamminarmi su questa strada. Appena laureata, quindi, ho cercato di trovare un posticino nel mondo della scuola: il sito del MIUR era diventato il mio migliore amico!
E proprio su quel sito, nel Natale del 2013, leggo un bando: “Assistenti di lingua italiana all’estero”. Cioè? Leggendo capisco che si tratta di trascorrere un intero anno scolastico in uno Stato europeo e di essere lettore di italiano nei licei. Potevo scegliere tra Francia, Spagna, Germania, Austria, Regno Unito e Irlanda. E secondo voi, dove è caduta la mia scelta? Avete pensato Germania? No dai, troppo scontata!! “Tutti vorranno andare in Germania”, ho pensato. “Io voglio andare in Austria!” Me ne ero innamorata l’estate precedente, quando col mio ragazzo abbiamo trascorso una settimana a Vienna: il fascino del vecchio impero asburgico si respirava ancora per le vie della città, quindi perché non provare?
Fase uno: compilare la domanda di partecipazione e scegliere i Länder, le province di destinazione. Le ho scelte quasi a casaccio, o meglio, ho scelto le uniche che conoscevo! :-p Ok, inviato… Ora bisognava aspettare le graduatorie, che arrivarono dopo circa un mese. Ero ammessa ma non vincitrice, la 50esima per 30 posti. “Va bene”, pensai, “ci ho provato. Figurati se rinunciano 20 persone!” Così misi da parte l’idea di un anno in Austria e cominciai a cercare altro. Andai a Milano per una supplenza di tedesco in un istituto tecnico commerciale e proprio mentre ero al “Norde” il MIUR mi invia un’email:
“Gentile candidato/a,
in riferimento alla selezione in oggetto per perfezionare la sua candidatura occorre inviare la documentazione richiesta al punto 3.3. dell’avviso:
3.3. Ulteriori disposizioni per i candidati ammessi e vincitori”
Vabbé, se volete altri documenti ve li invio, ma non credo che serva a molto. Mando dunque una seconda mail con CV e lettera di motivazione e capitolo chiuso.
Capitolo chiuso fino al 9 settembre 2014. Non dimenticherò mai quella giornata. Ero nel salotto di casa mia, stavo parlando con la mia migliore amica per organizzare il nostro rientro a Ragusa, dato che entrambe lavoravamo lì. Verso le 14.45 una telefonata: “Dott.ssa Audino? Lei aveva fatto domanda per assistente di lingua italiana all’estero, giusto? La chiamiamo per conoscere la sua disponibilità per un posto nel Kärnten, accetta?” La mia testa ha cominciato a girare vorticosamente, non mi sentivo più le gambe… Cosa?? Sono stata presa?? Ho cominciato a balbettare: “Eh, mi sta lasciando senza parole, non me l’aspettavo, non so che dire… Ma… Posso rifletterci un attimino?” “Le dò tempo fino a domani mattina, dottoressa. Se entro le 11 non ricevo una sua chiamata, vado avanti con la graduatoria.”
E ORA?? AIUTO!! Devo lasciare casa e lavoro a Ragusa, salutare tutti gli amici e partire all’arrembaggio?? Forse è stata una scelta un po’ avventata, ma si dice che ci sono treni che passano una sola volta nella vita, e io quel pomeriggio decisi di prenderlo quel treno. Il 21 settembre partii, capolinea: Altenmarkt. Lì mi aspettava un seminario di formazione indirizzato ai futuri assistenti di italiano, spagnolo e francese. In quella settimana ho conosciuto tantissimi ragazzi, tutti con le stesse ansie e le stesse speranze. E il 26 settembre arrivai alla mia meta finale: Klagenfurt. In pochi giorni ho preso casa, conosciuto un po’ la città e visto le mie scuole, le mie sedi di lavoro.
Sono in Austria ormai da tre mesi e non potrei essere più felice: i colleghi sono disponibilissimi, mi hanno preso sotto la loro ala e hanno sempre un occhio di riguardo per me. Pensate che prima di tornare a casa per Natale mi hanno riempito di regali! Biscotti fatti in casa, libri, ricci (li colleziono di ogni forma e materiale)… I ragazzi poi sono dolcissimi, ogni lezione è una festa. E come loro imparano da me, così anch’io imparo da loro: in fondo, sono qui anche per migliorare il mio tedesco!
Al momento devo fermarmi qui, ma questa non è la fine. Mi aspettano altri 5 mesi di lavoro a scuola e so già che i giorni voleranno. Cercherò di trarre il massimo da ogni singolo istante e farò di tutto per ritagliarmi un posticino nel mondo del lavoro austriaco, qualcosa che magari mi permetta di restare.
Un consiglio? Studiate, studiate, studiate! Lo so, lo so, possono sembrare le parole di una madre o di un prof, ma è davvero così. Se sono qui lo devo non solo a me stessa, ma anche a quelle persone che hanno saputo seminare per bene i semi della conoscenza, semi che col tempo e l’esperienza stanno diventando frutti, maturi e succulenti.
Buona vita, e buona scelta! :-D
Modena
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