Erasmus a Valladolid (E)
Willkommen in España: il mio erasmus biculturale (di Martina Sampugnaro)
30 maggio 2015
Se c'è una cosa che sicuramente non dimenticherò di questi anni universitari, è il mio semestre trascorso in Spagna come studentessa Erasmus! Vivere e studiare all'estero ti dà la possibilità di conoscere posti, culture e lingue nuove; ti permette di confrontarti con diversi stili di vita, modi di fare e di pensare; si torna inevitabilmente cambiati e con tante esperienze da raccontare.
Il mio Erasmus comincia il 20 settembre 2014, la mia meta è la Spagna, Valladolid con precisione, una città spagnola posta al centro della Comunità Autonoma di Castiglia e León, a poche ore di viaggio da Madrid.
La scelta della Spagna era stata un po' un ripiego nel mio caso, poichè non potevo andare in Germania; inoltre studiando spagnolo come terza lingua, avevo paura di non averne sufficiente padronanza per poter sopravvivere 5 mesi all'estero, ma volevo comunque fare un'esperienza nuova e mettermi alla prova. Non ero sola fra l'altro, ma partivo con una mia collega e amica, per cui in due sarebbe stato tutto più facile.
Il tedesco non l'avrei comunque abbandonato in quanto avrei frequentato una facoltà di lingue che offriva corsi di tedesco, per cui perchè non approfittarne?Il destino vuole inoltre che io e la mia collega ci ritroviamo in casa una conqiuilina tedesca di Hannover, quindi anche in Spagna avrei toccato con mano un un po' di Germania.
Ammetto che il primo mese è stato veramente difficile. All'improvviso ti ritrovi in un mondo completamente nuovo, in cui non sai ben comunicare e che stenti a capire; posti nuovi e soprattutto nuova università. Documenti vari da compilare e consegnare, professori e colleghi che non conosci, metodi di studio e di insegnamento completamente differenti dai nostri.
Per esempio lì tutti si danno del tu (professori compresi), gli esami orali non esistono, ma sono solo scritti, non ci sono dei libri da sudiare per un esame, ma appunti da prendere e relazioni da consegnare.
Piccola pecca che mi butta inizialmente nello sconforto: l'università ospitante non offre corsi di spagnolo per studenti stranieri, se non quelli a pagamento.
A tutto questo si aggiungeva un'altra piccola sfida: studiare il tedesco in Spagna. Praticamente durante le lezioni era come tenere il cervello contemporaneamente sintonizzato su tre frequenze, italiano, tedesco e spagnolo; bisognava tenerle attive tutte, cercando di non sovrapporle e confonderle (cosa che ogni tanto accadeva quando durante le lezioni mi si rivolgeva qualche domanda ed io esitavo qualche secondo chiedendomi: e ora in che lingua devo rispondere?).
Ma il primo mese passa in fretta, i piccoli problemi iniziali si superano e le barriere pian piano crollano: e allora lì comincia il vero Erasmus. Ti abitui pian piano a tutte quelle novità: la lingua comincia ad avere un senso, si conosce gente nuova, si prova l'ottima cucina locale (tortilla, jijas, chorizo, tapas, pincho, solo per citare alcuni dei piatti tipici della zona); si vive e si scopre la città e tutto quello che ha da offrire; ci si inserisce all'università, si fa amicizia con i nuovi colleghi e ci si abitua ai ritmi e ai metodi dei professori stranieri.
Valladolid è una città a portata di tutti e offre mille cose da fare a prezzi economici: ci sono musei, residenze, palazzi e parchi che vale veramente la pena visitare. Essendo presenti diverse facoltà, non mancano gli universitari e tantissimi ragazzi Erasmus... e questo non può che significare festa! Ci sono serate di ogni tipo e ogni scusa è buona per festeggiare. Un paio di volte a settimana alcuni bar organizzavano scambi linguistici a cui poter partecipare, avendo così l'opportunità di fare conversazione in diverse lingue e conoscere gente nuova. Ogni fine settimana c'era inoltre la possibilità di partecipare a qualche gita organizzata e quindi viaggiare in giro per la Spagna a prezzi modici. Non può inoltre mancare la serata universitaria ,che lì è il giovedì, con eventi di ogni tipo e sconti per studenti. Insomma, la città offre una buona via di mezzo tra lo studio e il divertimento.
E così, fra lezioni, esami e feste, è arrivato febbraio ed era tempo di tornare in Italia.
Dovendo fare un resoconto, definirei il mio Erasmus “biculturale”, in quanto avendo studiato tedesco lì e avendo vissuto con una ragazza tedesca per 5 mesi, è stato un po' come essere immersi in due culture straniere diverse contemporaneamente. Da un punto di vista accademico, porto a casa due esami di tedesco e uno di spagnolo superati con successo, è questa per uno studente universitario all'estero è una gran soddisfazione, perchè significa che i tuoi sforzi e il tuo impegno hanno dato dei frutti e che sei riuscito finalmente a metterti in gioco con ottimi risultati. Ma la cosa più preziosa che mi rimane è il bagaglio di esperienze fatte in quei mesi, che mi hanno fatto crescere e cambiare e che spero di poter ripetere, magari stavolta nella mia tanto desiderata Germania!
Adiós / tschüss!