Erasmus a Winterthur (CH)
Il mio Erasmus in Svizzera (di Matilde Montagni)
28 agosto 2024
Ogni volta che mi viene chiesto di parlare del mio Erasmus, sono in difficoltà perché avrei così tante cose da dire, così tanti momenti
da raccontare ma ho sempre paura di prolungarmi troppo e soprattutto scende sempre qualche lacrimuccia prima ancora di arrivare alla fine.
Nonostante questo però proverò a fare del mio meglio.
Ho trascorso il secondo semestre del secondo anno a Winterthur, una piccola città a poco più di venti minuti da Zurigo. Uno di quei posti in cui
non andresti mai ma che è diventata la mia seconda casa, cosa non molto difficile tenendo in considerazione che per le strade si sente parlare più
italiano che tedesco.
Ho frequentato la ZHAW, non una vera e propria università ma una "Hochschule" in cui le lingue non vengono studiate in modo solamente teorico
ma vengono parlate e messe alla prova ogni giorno con ad esempio traduzioni simultanee. È proprio questa la cosa che più mi è piaciuta,
sicuramente molto diversa dall'Italia, poiché rendeva ogni lezione più stimolante e interattiva. Anche le classi sono meno numerose, cosa
che rende il rapporto con i professori molto amichevole. Le ore di lezione settimanali sono molto meno rispetto all'università italiana, ma queste vengono
compensate dallo studio autonomo e dai vari lavori di gruppo, utili anche per instaurare un rapporto con gli altri studenti.
Non essendo mai stata in Svizzera ne ho poi approfittato per girarmela tutta in lungo e largo, sono riuscita a viaggere tantissimo grazie ai
vari abbonamenti che rendono tutto un po' meno caro e ai treni sempre puntuali che ti permettono di prendere coincidenze di cinque minuti
e di arrivare ovunque in pochissimo tempo. Inutile dire che me ne sono innamorata.
Per quanto riguarda la compagnia, non è assolutamente mancata. Non credevo che in così tanti facessero l'Erasmus a Winterthur ma mi sbagliavo.
Eravamo 150 exchange students, tra americani, francesi e spagnoli. Io ero l'unica italiana ma ne ho comunque conosciuti tanti altri che stavano
facendo dottorati, tirocinio o scrivendo la tesi. Poi non posso dimenticare le mie coinquiline, due ragazze svizzere che mi hanno accolto per
cinque mesi e con cui ho costruito un rapporto bellissimo. Insomma non mi sono mai sentita da sola.
Scrivendo stavo anche pensando se ci fosse stato qualcosa di negativo ma guardando indietro direi proprio di no. Unica pecca
se proprio dobbiamo trovarne una: la pioggia ma di sicuro andando in Svizzera non mi aspettavo il clima spagnolo. Posso dire tranquillamente che sono stati
cinque mesi bellissimi che non cambierei neanche di una virgola e che rivivrei subito se solo ci fosse la possibilità.